
Il fatto che il legno sia un materiale originariamente vivo, lo rende costantemente soggetto a mutamenti provocati dalle condizioni ambientali (come umidità, calore e luce) e dall’azione di agenti biologici, come gli insetti.
In linea generale, il legno tende a mantenere una condizione di equilibrio con l'ambiente in cui è conservato. Pertanto, ambienti che mantegono valori costanti di temperatura e umidità, consentono di conservare il legno in condizioni di stabilità.
Tuttavia, è raro riuscire a mantenere condizioni ambientali stabili, a causa, ad esempio, dell'installazione di impianti di riscaldamento, che possono provocare importanti escursioni termiche.
Il legno viene esposto, così, a possibili eventi di deterioramento.
I tarli si insediano nei luoghi in cui si vengono a creare le condizioni idonee, che favoriscono il loro sviluppo, al fine di garantire il prosieguo della loro specie.
Per i tarli, infatti, il legno è una fonte di nutrimento, ma è anche un rifugio e un luogo sicuro per deporre le uova.
Esiste, dunque, una correlazione molto stretta tra l’ambiente in cui si trova il legno in opera e gli attacchi degli agenti biologici distruttivi.
In particolare, bisogna considerare che l’alburno di qualunque tipo di legno non è durabile nel tempo, mentre il duramen può presentare diversa resistenza agli agenti biologici a seconda della specie legnosa.
Il danno maggiore viene provocato dalle larve, che sminuzzano il legno con il loro apparato boccale, per nutrirsene. Tale fase può durare diversi anni, aggravando le condizioni di degrado del legno.
Poiché i tarli si differenziano tra loro, oltre che per proprietà morfologiche, anche a seconda del loro ciclo vitale e delle loro abitudini e comportamenti, ciascuna specie di tarlo prediligerà particolari condizioni, che gli assicurino il corretto sviluppo.
Quali sono i fattori che favoriscono l’insediamento e lo sviluppo dei tarli nel legno?
Tipo di legno
Sulla base delle composizioni chimiche del legno e delle connotazioni fisiche e anatomiche dei tarli, questi prediligono particolari specie di legno, in assenza delle quali, si estinguono, perché non riescono a svilupparsi.
I legni si distinguono principalmente in due tipi: legni duri e legni teneri.
I legni duri (come rovere, faggio, noce, mogano, frassino, ecc.) sono considerati legni di pregio e vengono utilizzati per le realizzazioni di coperture di edifici e per manufatti di valore.
I legni teneri, invece, (come pino, abete, pioppo e betulla) sono i più diffusi e vengono utilizzati per svariati tipi di lavorazione, sia a livello strutturale, che d’arredo.
Ciascuna specie di tarlo sarà attratta dal tipo di legno ritenuto più idoneo.
Ad esempio, i tarli Cerambicidi potranno insediarsi in qualunque tipo di legno, sia duro che tenero, perché hanno la conformazione fisica per farlo. Al contrario i tarli Lictidi, come il Lyctus linearis o il Lyctus brunneus, prediligeranno esclusivamente legni di latifoglie e a vasi grossi, perché sono gli unici in grado di accogliere l’ovodepositore della femmina, utilizzato per deporre le uova.
Tuttavia, anche all’interno della stessa specie, possono esserci delle preferenze differenti, causate dalle sostanze contenute nel legno. Ad esempio, nel caso dei tarli Cerambicidi, l’Hesperophanes cinereus attacca prevalentemente legno di latifoglie (come noce, castagno, pioppo, faggio), mentre il Capricorno delle case Hylotrupes bajulus predilige legni di conifere, come abete e pino.
Età del legno
L’età del legno è un altro fattore fondamentale, che determina la possibilità di essere infestato dai tarli.
Anche in questo caso, ciò è dovuto alla conformazione fisica dei tarli.
Ad esempio, il Capricorno delle case Hylotrupes bajulus predilige legni di conifere tagliati non prima di 80-100 anni. Ciò accade perché nei legni più vecchi di quella età vengono a mancare le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza.
Le larve dei tarli Cerambicidi, infatti, sono prive, a livello intestinale, dei microrganismi simbionti in grado di dare loro l’apporto nutritivo con sostanze azotate, indispensabili per farli sopravvivere. Pertanto devono recuperare tali sostanze direttamente dal legno di cui si nutrono.
Col trascorrere degli anni, il legno tende a perdere queste sostanze, per cui un tarlo Cerambicide non sarebbe in grado di svilupparsi senza di esse.
Al contrario, le larve dei tarli Anobidi possiedono molti batteri simbionti, e ciò non pone loro limiti nell’attacco del legno. Questi, infatti, possono insediarsi indifferentemente in tutti i tipi di legno, sia teneri che duri, e di qualsiasi età, vecchi anche oltre i mille anni.
Umidità
L’umidità, causata da infiltrazioni di acqua piovana, da difetti delle coperture, dal contatto tra legno e muri umidi, o dalla condensa, è un altro fattore che favorisce lo sviluppo dei tarli, in quanto si viene a creare un ambiente molto adatto per il loro insediamento.
Il legno posto in ambienti troppo secchi, infatti, tende a contrarsi e a formare delle fessure, mentre, in ambienti troppo umidi, tende a gonfiarsi, creando condizioni idonee per l'attacco da agenti biodeteriogeni.
Ci sono dei tarli Anobidi, come lo Xestobium rufovillosum, che prediligono insediarsi in legni precedentemente attaccati dai funghi.
Proprio le strutture, che presentano un’alta percentuale di umidità, dovuta, per esempio, alle infiltrazioni, sviluppano molto facilmente delle infezioni fungine, che attireranno i tarli.
Per tale ragione, è fondamentale cercare di mantenere il valore di umidità relativa il più stabile possibile.
Temperatura
La temperatura è uno dei fattori più importanti per lo sviluppo dei tarli, in quanto riduce notevolmente la durata del loro ciclo biologico, incrementandone lo sviluppo più rapidamente.
Ad esempio, il tarlo Anobium punctatum, che, in condizioni normali, impiega 1 o 2 anni per compiere il ciclo biologico di una generazione, in ambienti riscaldati e con elevata umidità, può compiere anche 2 generazioni in un solo anno, ottenendo un numero di tarli talmente elevato da indebolire il legno.
La temperatura, inoltre, può incidere negativamente anche in maniera indiretta: bruschi cambi di temperatura, infatti, alterano i valori di umidità relativa, di conseguenza, ciò può favorire attacchi fungini nelle zone umide, attirando, di conseguenza gli Anobidi, come lo Xestobium rufovillosum, oppure può causare un rapido disseccamento del legno, attirando il Cerambicide Stromatium fulvum.
Oltre a ciò, le continue e repentine variazioni di temperatura possono agevolare il fenomeno della condensa.
Per questo motivo, si consiglia sempre di areare gli ambienti, in modo tale da ridurre le escursioni termiche tra ambiente e legno e mantenere una temperatura tale da prevenire lo sviluppo di umidità.
Stato fisico delle superfici
Le condizioni delle superfici del legno sono un’altra caratteristica in grado di agevolare o scoraggiare l’insediamento dei tarli.
Legni con superfici rugose favoriscono e agevolano la deposizione delle uova di tarlo. Queste, infatti, vengono normalmente deposte in anfratti, ove le superfici si presentano ruvide.
Al contrario, superfici lisce e lucide scoraggiano l’insediamento dei tarli, perché non presentano anfratti idonei per accogliere, in maniera protettiva, le uova.
Inoltre, la presenza della corteccia può attirare particolari specie di tarli, come il Capricorno delle case.
Agenti contenuti nell’aria
Ci sono degli agenti contaminanti, contenuti nell’aria, che possono deteriorare il legno, e, di conseguenza, facilitare l’insediamento dei tarli, come polvere, sporcizia e sostanze chimiche corrosive.
Altri fattori non derivanti da cause naturali
É necessario porre attenzione anche a particolari condizioni, che possono crearsi a seguito di sollecitazioni esterne.
Ad esempio, è possibile esporre il legno a situazioni di degrado in caso di:
- ristruttuazioni o restauri errati
- fasi di consolidamento non ben espletate,
- modifiche, ritocchi, integrazioni di nuovi elementi non eseguiti correttamente,
- danni accidentali,
- scarsa manutenzione.