Gli insetti xilofagi, comunemente conosciuti come tarli del legno, sono una delle principali cause di degrado del legno.
Sono insetti piccolissimi, che, insediatisi in una trave o un mobile, si nutrono del legno, scavando profonde gallerie internamente al manufatto colpito.
Qui, subiscono la metamorfosi da larva in tarlo adulto, che sfarfalla, praticando un foro nel legno, da cui fuoriesce per accoppiarsi e dare inizio ad una nuova generazione infestante.
I tarli attaccano sia legname da costruzione, che legno in opera, e , in particolare in quest’ultimo caso, sono una fonte di pericolo per l’integrità e la resistenza dei tetti strutturali e causa di danni estetici per mobili antichi e opere d’arte e di pregio.
Quando il legno è infestato dai tarli, è necessario intervenire tempestivamente con trattamenti antitarlo radicali, per bloccare il propagarsi dell’infestazione (che avviene esponenzialmente) sullo stesso manufatto e su altri manufatti in legno presenti nello stesso ambiente.
Per eliminare i tarli del legno definitivamente, non ci si può improvvisare, ma è necessario:
Sulla base di queste informazioni, è possibile definire le corrette procedure da applicare, per assicurare la riuscita della bonifica e sterilizzazione del legno.
La durata del ciclo vitale è un fattore variabile a seconda della specie di tarli infestanti e delle specifiche condizioni ambientali.
Il legno in opera, infatti, è sottoposto a condizioni termiche differenti rispetto al legname non in opera, in quanto collocato in ambienti con temperature più o meno costanti (nonostante i cambi stagionali), a causa dell’installazione degli impianti di riscaldamento nelle abitazioni.
Per tale ragione, la durata del ciclo biologico dei tarli si può ridurre notevolmente, favorendo la riproduzione continua di generazioni di tarli in maniera accelerata.
Ogni femmina di tarlo, infatti, depone da decine a centinaia di uova (a seconda della specie) su legno, pertanto l’accelerazione del ciclo di vita ha notevoli ripercussioni negative su travi, capriate, tetti, sottotetti, mobili d’antiquariato e opere d’arte.
Gli Anobidi sono tarli che, in fase adulta, presentano un colore che va dal rossastro al bruno scuro.
Tendono ad attaccare manufatti antichi in legno, arredi di abitazioni e chiese, strutture lignee, travi, opere d'arte conservate nei musei, e materiali costituiti da cellulosa, come la carta.
I tarli Anobidi causano danni sia di tipo strutturale che estetico. Generalmente, infatti, attaccano l’alburno del legno e, in casi di infestazione molto elevata, le gallerie prodotte possono causare seri danni a travi e capriate. Le opere d’arte, invece, subiscono un danno prevalentemente estetico, per via dei fori di sfarfallamento.
Quando i tarli Anobidi attaccano il legno, l’infestazione aumenta in modo costante e si diffonde anche su altri oggetti presenti nello stesso ambiente.
Oltre a danneggiare i manufatti in legno, un'elevata infestazione da tarli Anobidi, può dare vita ai parassiti dei tarli, che pungono l'uomo in maniera dolorosa e causano reazioni allergiche sulla pelle.
Il ciclo biologico dei tarli Anobidi ha uno sviluppo abbastanza rapido: dura circa 1-2 anni, ma può subire accelerazioni in ambienti riscaldati.
Tra i tarli Anobidi più diffusi, troviamo l'Anobium punctatum e lo Xestobium rufovillosum.
L’Anobium punctatum è comunemente conosciuto come “tarlo dei mobili”. La femmina depone dalle 20 alle 40 uova e attacca legno di solai, tetti e mobili antichi, presenti in abitazioni, chiese, edifici storici, musei e magazzini.
Lo Xestobium Rufovillosum è il tarlo Anobide più grande, ed è comunemente conosciuto come “orologio della morte”, per via del tipico rumore che provoca, battendo il capo contro le pareti delle gallerie, come richiamo sessuale. La femmina depone dalle 40 alle 200 uova. Tende a provocare danni molto seri su travi, capriate, legno strutturale, mobili e sculture attaccati.
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I tarli Cerambicidi si presentano con dimensioni consistenti, rispetto alle altre famiglie di tarli, e sono caratterizzati da antenne portate all’indietro, per questo sono comunemente conosciuti come “capricorni”.
Tendono ad attaccare legno stagionato, ma non più vecchio di 80-100 anni, perché non possiedono quelle sostanze in grado di farlo digerire.
I tarli Cerambicidi sono considerati i tarli più pericolosi, per via dei danni che causano sul legno:
La pericolosità di un attacco da tarli Cerambicidi è data dal fatto che non è semplice accorgersi dell’infestazione in atto, in quanto può palesarsi con fori e rosume dopo molti anni. Inoltre, il numero di fori riscontrati può nascondere un’infestazione molto più elevata, poiché diversi tarli adulti possono fuoriuscire dallo stesso foro di sfarfallamento.
Le strutture attaccate, quindi, riducono notevolmente la propria resistenza meccanica, rischiando di crollare parzialmente o totalmente, soprattutto se si tratta di strutture portanti.
Le infestazioni da tarli Cerambicidi si diffondono molto facilmente, in quanto gli adulti sono ottimi volatori.
La durata del ciclo vitale di un solo tarlo può variare da 1-2 a 15-17 anni, a seconda delle temperature e dei valori di umidità dell’ambiente.
Uno dei più diffusi tarli Cerambicidi è l’Hylotrupes bajulus, conosciuto come “capricorno delle case”, che tende ad attaccare soprattutto strutture portanti, travi e capriate.
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I Lictidi sono tarli di colore rosso-bruno o nero, di forma allungata e di piccolissime dimensioni.
Pur essendo molto piccoli, attaccano il legno in maniera molto estesa. Uno stesso manufatto ligneo, infatti, può essere infestato da più generazioni, ed essere ridotto internamente in polvere, lasciando esternamente solo un sottile strato, che rischia di rompersi alla minima pressione.
Possono, dunque, rappresentare un serio problema, se attaccano strutture costituite da alburno e mobili antichi o supporti di dipinti.
Il ciclo ha generalmente la durata di circa 1 anno.
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