Abbiamo spesso sentito parlare di tarme del legno: molti clienti, infatti, ci contattano, denunciando la presenza di tarme del legno in casa.
C’è solo un problema: le tarme del legno non esistono.
Esistono i tarli del legno o le tarme dei tessuti.
Per risolvere il problema, è quindi necessario comprendere di quale dei due insetti stiamo parlando e se ad essere attaccati siano stati manufatti in legno o indumenti e tappeti.
Molto spesso, però, tarli e tarme, pur essendo profondamente diversi tra di loro, vengono erroneamente confusi.
Ciò accade perché sia i tarli che le tarme hanno un’abitudine in comune: rosicchiare, bucherellare, rodere manufatti e oggetti per nutrirsi e svilupparsi, provocando danni.
Tuttavia, si nutrono di materiali completamente diversi tra loro:
- i tarli si nutrono del legno e si sviluppano in esso,
- le tarme si nutrono di materiali in tessuto.
Infatti, tarli e tarme appartengono a due ordini di insetti differenti: i tarli sono coleotteri, le tarme sono lepidotteri.

Tarli del legno
I tarli sono coleotteri, il cui adulto presenta un corpo rigido di colore scuro. È la forma biologica che causa meno danni: infatti, il suo unico scopo è quello di riprodursi, e, per la femmina, di deporre le uova.
Causa maggiore dei danni è rappresentata dalle larve, che presentano un corpo biancastro e molle, e si nutrono delle sostanze contenute nel legno, come cellulosa, amido e lignina.
Una volta sviluppate, si trasformano in pupa e poi in adulto, per sfarfallare dal legno, praticando i tipici fori sulle superfici.
I tarli del legno si nutrono di cellulosa, lignina e amido, provocando seri danni strutturali ed estetici su mobili, travi e capriate costituenti tetti e mansarde, e opere d’arte lignee.
Quando troviamo dei fori sulle superfici del legno, significa che il ciclo biologico del tarlo è terminato, i danni all’interno del manufatto sono già stati provocati, con la realizzazione di lunghe gallerie, e sono state già depositate le uova per dare inizio ad una nuova generazione di tarli, aumentandone lo sviluppo esponenzialmente nel tempo.
Le più diffuse famiglie di tarli in cui possiamo imbatterci sono: gli anobidi, i cerambicidi e i lictidi.
Eliminarli non è semplice, infatti, è necessario conoscere a fondo le loro abitudini e ricorrere a sistemi qualificati, professionali, riconosciuti e garantiti, che assicurino l’eliminazione di tutte le forme vitali dei tarli, uova comprese.

Tarme dei tessuti
A differenza dei tarli, le tarme sono, invece, lepidotteri, appartenenti alla famiglia dei Tineidi, ovvero delle piccole farfalle.
Gli adulti hanno dimensioni ridotte e un colore tendente al grigio. Le ali sono allungate e arrotondate all’estremità.
Le tarme si nutrono di cheratina, sostanza prevalentemente presente in tessuti, accessori realizzati con materiali animali (pelli, lane, piume) e indumenti. Pertanto, possono attaccare materassi, cuscini, pellicce, tappeti, pelli, spazzole, pennelli, stoffe, collezioni di insetti e indumenti di lana.
Tuttavia, è possibile rinvenirli anche su alimenti di origine vegetale, come frutta secca o essiccata e su prodotti in stagionatura.

Come si sviluppano le tarme dei tessuti e quali danni provocano
Le uova vengono depositate dall’adulto, direttamente sul substrato alimentare. Dopo 10 giorni circa, si sviluppano le larvette, che si nutrono delle stoffe per circa 2-3 mesi, fino a raggiungere l’età adulta.
Le larve sono le responsabili dei danni maggiori. Realizzano, infatti, fori più o meno irregolari sui materiali di cui si nutrono: indumenti, arazzi, tappeti, ecc.
Possono svilupparsi due o più generazioni di tarme in un anno. Negli ambienti riscaldati, è possibile rinvenire tarme adulte e larve durante tutto l’arco dell’anno.
Per prevenire la diffusione e lo sviluppo delle tarme dei tessuti, è indispensabile non tralasciare le semplici norme di pulizia di ambienti, indumenti e tappeti.
Quali sono le tarme dei tessuti più diffuse?
- Tarma della lana e delle pellicce – Tinea pellionella Linnaeus
Conosciuta come tarma della lana e delle pellicce, si presenta in forma adulta con un corpo marrone, più chiaro nel maschio. Le ali anteriori sono grigie o marroni scure con tre piccole macchie nere, mentre le ali posteriori sono biancastre e frangiate.
È facile individuare gli adulti in aprile-maggio, quando le femmine, dopo l’accoppiamento, depongono circa 50 uova.
Le larve, di colore giallastro e con capo e protorace scuri, provvedono ad alimentarsi, attaccando prodotti di origine vegetale e animale (carni essiccate, farina di pesce) e contenenti cheratina, come piume, lana, penne di uccelli, pellicce, su cui provocano seri danni. Nelle case prediligono tessuti di lana, piume, fibre di seta e cotone.
- Tarma chiara dei panni – Tineola bisselliella Hummel
Conosciuta come tarma chiara dei panni, l’adulto si presenta di colore marrone chiaro, mentre la larva è biancastra con capo marrone.
Le femmine depongono da 50 a 100 uova, e, una volta schiuse, le larve provvedono ad attaccare prodotti di origine animale contenenti cheratina, come piume, lane e pellicce, su cui causano perforazioni molto dannose, e, nell’ambito delle derrate, su farina di pesce e occasionalmente cereali immagazzinati, semi e farine.
- Tarma scura dei panni – Niditinea fuscella Linnaeus
Nota come tarma scura dei panni, presenta ali anteriori di colore grigio scuro e con macchie tendenti al nero.
Gli adulti compaiono tra maggio e ottobre. Attaccano prevalentemente piume, animali morti, insetti secchi, capelli, prodotti di origine vegetale, cereali, ecc.
- Tignola dei tappeti – Trichophaga tapetzella Linnaeus
Nota come tignola dei tappeti, presenta un corpo di colore bruno scuro.
Attacca prevalentemente tappeti, insetti secchi, risultando molto dannosa per le collezioni entomologiche.
Il suo sviluppo è favorito da valori di umidità elevati, pertanto è molto diffusa nell’ambito museale.
Avere ben chiara la differenza tra tarli e tarme è essenziale per poter risolvere correttamente il problema di infestazione in corso.
Proprio a causa dell'errata confusione tra questi due tipi di insetti, sono stati, col tempo, adottati dei sistemi di disinfestazione sbagliati. Ad esempio, la naftalina (che a prescindere non dovrebbe essere usata, perchè è tossica) è stata, in alcuni casi, impiegata come trattamento antitarlo, quando, in realtà, non è assolutamente in grado di abbattere i tarli, ma al massimo le tarme.
In casi di infestazioni da tarli, è, quindi, fondamentale affidarsi a professionisti del settore, che siano in grado di identificare correttamente l'insetto infestante e definire l'esatto sistema di disinfestazione.