In presenza di mobili o soffitti con travi in legno, è sufficiente effettuare delle ricerche in rete, per imbattersi nei cosiddetti trattamenti antitarlo fai da te, che promettono di eliminare i tarli infestanti.
Troviamo, infatti, i metodi casalinghi, i cosiddetti “rimedi della nonna”, che, purtroppo, non hanno delle concrete fondamenta risolutive, oppure, i rimedi naturali, che non sono realmente efficaci contro i tarli.
Analizzando i vari metodi antitarlo fai da te, si può notare come alcuni possono sembrare apparentemente efficaci, altri, invece, con evidenza oggettiva, non consentono una risoluzione del problema dei tarli.
Proviamo ad esaminare quelli più diffusi e consigliati, in modo tale da verificarne l’efficacia e comprendere se davvero consentono un reale risparmio economico.
Indice degli argomenti
- Applicazione di prodotto antitarlo a pennello, con siringa o spray
- Assorbimento del prodotto antitarlo con il metodo “camera a gas”
- Antitarlo camera a gas con sostanze diluenti
- Gasolio, benzina e kerosene
- Petrolio bianco
- Acquaragia
- Olio di lino come antitarlo naturale
- L’uso dell’ammoniaca o dell’alcool denaturato come antitarlo fai da te
- Prodotti antitarlo naturali
- Antitarlo ad acqua o a solvente
- Sali borici di potassio
- I trattamenti antitarlo fai da te sono davvero economici?
- Conclusioni
Applicazione di prodotto antitarlo a pennello, con siringa o spray

Sia che si tratti di infestazioni da tarli su tetti con travi e capriate in legno o su mobili, il trattamento antitarlo fai da te più diffuso e consigliato è quello con applicazione di prodotto insetticida.
Generalmente viene suggerita l’applicazione del prodotto antitarlo a pennello, oppure per iniezione, foro per foro, mediante delle siringhe, con successivo avvolgimento del manufatto all’interno di teli in cellophane o pellicole trasparenti.
Spennellare l’antitarlo sul legno, purtroppo, non è una soluzione efficace. Il legno, infatti, non è un materiale in grado di assorbire liquidi in quantità, pertanto il prodotto, applicato superficialmente, riuscirà a penetrare solo per qualche mm.
Considerato che le larve dei tarli scavano gallerie nel legno, portandosi, invece, molto in profondità, va da sé che la possibilità di raggiungere tutte le larve ha una percentuale molto molto bassa.
Per questa ragione, molti suggeriscono di applicare il prodotto ad iniezione, foro per foro, il cosiddetto trattamento goccia a goccia, mediante l’ausilio di siringhe, o spruzzando direttamente il prodotto, in formato spray, tramite appositi tubicini che vengono applicati alla bomboletta.
Si pensa, così, di riuscire ad arrivare più in profondità, sfruttando le gallerie create precedentemente dalle larve, e di avere, quindi, più possibilità di intercettare e colpire i tarli presenti.

In realtà, anche questo concetto non è propriamente corretto. Il prodotto, infatti, continuerà comunque a penetrare in un’area molto limitata. Inoltre, bisogna considerare che le larve lasciano spesso le gallerie piene di rosume, rendendole inaccessibili.
Inoltre, ed è la ragione più importante, i fori dei tarli, che vediamo, sono fori di uscita dell’insetto, che, divenuto ormai adulto, ha sfarfallato, depositando nuove uova altrove. Pertanto, non è detto che le altre larve, ancora presenti nel legno, abbiano raggiunto la superficie o le aree in cui è stato iniettato il prodotto. Siamo in una condizione probabilistica, con tempi molto lunghi di applicazione del prodotto, in cui la riuscita non è certa, e, sicuramente, necessita di più e più applicazioni per aumentare la percentuale di possibilità di riuscita, senza mai raggiungere il 100%.
Se poi si considerano casi di mobili o travi verniciati, si può comprendere come le capacità di assorbimento del prodotto siano ancora inferiori, a causa delle barriere create da tali sostanze.
Oltre alle difficoltà di assorbimento del prodotto da parte del legno, è importante sapere che il prodotto antitarlo non è in grado di abbattere le uova, per cui una nuova generazione di tarli, nata dalle uova non colpite, darà seguito all’infestazione in corso, iniziando un nuovo ciclo.
Per tali ragioni, i prodotti antitarlo non riescono a garantire un’eliminazione totale dei tarli presenti.
Non va trascurato, tra l’altro, l’effetto che tali prodotti possono provocare sui manufatti. A causa della loro composizione, infatti, se troppo aggressivi, rischiano di rovinare esteticamente il legno o essere dannosi per la salute.
Assorbimento del prodotto antitarlo con il metodo “camera a gas”
Superata questa fase di applicazione del prodotto a pennello o ad iniezione, generalmente, si consiglia di avvolgere il manufatto ligneo all’interno di teli in cellophane, per alcuni giorni o settimane, affermando che, in questo modo, il prodotto antitarlo sarà assorbito maggiormente, ottenendo il cosiddetto effetto “camera a gas”.
Scopo della camera a gas, infatti, è quello di consentire al legno di trattenere, per più tempo, i solventi che veicolano la permetrina, sostanza alla base dei prodotti antitarlo, al fine di far penetrare i composti più in profondità. Diversamente, evaporerebbero molto velocemente.
In realtà, questa procedura serve solo a trattenere maggiormente il cattivo odore del prodotto insetticida, che continuerà ad essere rilasciato dal manufatto per molto tempo, dopo la riapertura del telo.
Addirittura, in molti casi, viene anche suggerito di lasciare, all’interno della camera a gas, delle ciotole contenenti il prodotto, che non farà altro che evaporare inutilmente.
O, ancora, viene consigliato di lasciare i piedi dei mobili immersi in tali ciotole, con la speranza che il prodotto si distribuisca poi capillarmente in tutto il manufatto.
Queste tecniche risultano inutili, perché, come anticipato, non raggiungono le larve (troppo in profondità), e non colpiscono le uova (troppo dure e impenetrabili per tali sostanze).
Questi metodi antitarlo fai da te sono stati portati avanti nel tempo, sulla falsariga dei vecchi metodi artigianali, che usavano prodotti molto più potenti, ma tossici. Tra l’altro, oggi la normativa vieta l’uso di questi prodotti, e gli unici prodotti antitarlo ammessi, a base di permetrina, non sono in grado di assolvere la funzione di disinfestazione totale di tutte le forme biologiche dei tarli, ma solo di manutenzione e protezione da attacchi esterni.
Antitarlo camera a gas con sostanze diluenti
Spesso sul web viene proposto anche l’uso improprio di sostanze come il gasolio, la benzina, il kerosene, il petrolio, l’acquaragia, l’olio di lino, ecc., al posto di prodotti antitarlo, proponendoli come soluzioni per il trattamento con camera a gas.
Qui c’è un errore concettuale di base.
Tali sostanze non hanno alcuna capacità di eliminare i tarli del legno. Questi, infatti, come abbiamo visto, possono essere, al massimo, colpiti in forma adulta o larvale da prodotti insetticidi, a base di permetrina, assorbiti superficialmente dal legno, se ne vengono probabilisticamente a contatto.
E allora come mai tali sostanze vengono proposte come efficaci?
L’errore sta nel fatto che vengono confusi i principi attivi con le sostanze diluenti o veicolanti.
La permetrina è il principio attivo tossico per i tarli, e, da sola, non riesce ad essere assorbita dal legno. Per tale ragione, nella composizione dei prodotti antitarlo, viene associata a delle sostanze, come quelle suddette, che hanno, invece, capacità diluenti e fungono da vettori per la permetrina, per consentire al legno di assorbirla.
Analizzando le etichette dei prodotti, infatti, è possibile trovare percentuali di queste sostanze, ma la loro funzione non sarà insetticida, ma, appunto, sarà quella di veicolare la permetrina all’interno del legno.
Tuttavia, abbiamo già visto come l’assorbimento di tali prodotti all’interno del legno sia comunque limitato, pertanto non consente la risoluzione del problema.
Come si può notare, il principio di utilizzo di tali sostanze in percentuali dosate nei composti preparati è ben diverso dall’idea di utilizzarli singolarmente come antitarlo fai da te. Parliamo, infatti, di sostanze che, da sole, sono tossiche, aggressive e possono rovinare esteticamente i mobili o le travi in opera.
Analizziamo, nello specifico, alcuni di questi diluenti.
Gasolio, benzina e kerosene
Gasolio, benzina e kerosene non sono degli antitarlo.
Come indicato, la loro presenza è riscontrabile tra i componenti di molti prodotti antitarlo in commercio, in qualità di diluenti e vettori del principio attivo insetticida. Da soli non sono in grado di colpire ed eliminare in alcun modo i tarli del legno.
È chiaro, inoltre, che trattasi di sostanze che non vanno utilizzate autonomamente per la loro pericolosità e tossicità.
Petrolio bianco
Anche il petrolio bianco viene spesso consigliato come rimedio antitarlo fai da te.
Tuttavia, anche tale sostanza non ha le caratteristiche chimiche per essere ritenuto un antitarlo.
Al massimo, è possibile trovare, in commercio, dei preparati, contenenti prodotti antitarlo diluiti con petrolio, per aiutare l’assorbimento.
Tuttavia, come abbiamo già visto, le capacità di assorbimento non saranno comunque tali da consentire il raggiungimento di tutte le forme biologiche del tarlo infestante.
Acquaragia
Anche l’acquaragia, può essere impiegata per i trattamenti a solo scopo diluente, al fine di aiutare la permetrina a spingersi più in profondità.
Olio di lino come antitarlo naturale
Come nel caso delle altre sostanze, anche l’olio di lino non ha caratteristiche tossiche per i tarli, ma, al massimo, può essere utilizzato per veicolare i principi attivi insetticidi in profondità.
Tuttavia, pare che il legno antico non riesca ad assorbire l’olio di lino più di tanto.
Più che come antitarlo, che sarebbe inefficace, l’olio di lino potrebbe, invece, essere utilizzato per le rifiniture di un mobile in legno per i trattamenti impermeabilizzanti.
L’uso dell’ammoniaca o dell’alcool denaturato come antitarlo fai da te
Altra sostanza a lungo utilizzata o consigliata come metodo antitarlo fai da te è l’ammoniaca.
Facilmente reperibile in commercio, spesso viene utilizzata nell’ambito del fai da te con effetto camera a gas, di cui abbiamo già parlato. La procedura prevede, dunque, di lasciarla agire sul manufatto per alcuni giorni, sperando di ottenere un ambiente ostile al prosieguo del ciclo biologico del tarlo.
Purtroppo, però, i vapori dell’ammoniaca non sono in grado di raggiungere le parti più profonde del legno, pertanto la sua efficacia resta limitata.
Tale procedimento, spesso decantato come naturale, in realtà, è altamente tossico, soprattutto se se ne viene a contatto con occhi, pelle, bocca, o viene inalato dal tratto respiratorio.
Per di più, l’ammoniaca è una sostanza fortemente corrosiva, pertanto un mobile, o il legno in generale, può essere rovinato e deteriorato irrimediabilmente.
Nell’ambito del restauro, infatti, spesso l’ammoniaca viene impiegata per ottenere l’effetto invecchiamento di un mobile in legno.
Lo stesso vale anche per l’alcool denaturato. Spesso utilizzato come antitarlo fai da te, purtroppo, non è risolutivo, e, a causa della sua tossicità e della sua carica, può alterare l’aspetto del legno, sbiadendolo.
In conclusione, l’utilizzo dell’ammoniaca o dell’alcool denaturato è sconsigliato a causa del loro alto grado di tossicità, il rischio di rovinare i mobili e l’incapacità di penetrare correttamente nel legno.
Prodotti antitarlo naturali
In commercio, è possibile trovare dei prodotti antitarlo naturali, così definiti in quanto teoricamente dovrebbero essere composti esclusivamente da sostanze naturali al 100% e non dovrebbero contenere composti organici potenzialmente tossici, biocidi o derivati dal petrolio.
Analizziamone alcuni.
Antitarlo ad acqua o a solvente
Molto diffusi sono i prodotti antitarlo ad acqua o a solvente.
Come già detto, la permetrina, da sola, non è in grado di penetrare all’interno del legno, pertanto è necessario associarla a sostanze diluenti. Posto che l’acqua, rispetto ai solventi, ha poca capacità di penetrazione nel legno e la permetrina è insolubile in acqua, ne consegue che, per consentirne la penetrazione nel legno e la solubilità, deve essere associata ad una sostanza organica veicolante. Pertanto, non stiamo comunque utilizzando un prodotto del tutto naturale.
Si tenga conto, inoltre, che l’applicazione in quantità di antitarlo ad acqua può provocare dei sollevamenti delle fibre del legno.
Sali borici di potassio
Tra i prodotti naturali, è possibile trovare i sali borici di potassio. Si tratta di prodotti composti esclusivamente da sostanze di origine vegetale e minerale, ove i sali borici di potassio fungono da sostanze tossiche per i tarli, rendendo il legno sgradevole.
L’applicazione riconduce ancora una volta all’effetto camera a gas, ove, anziché utilizzare prodotti tossici, potenzialmente tossici o aggressivi, viene suggerito l’uso di questi sali.
Tuttavia, permane il limite di assorbimento del prodotto da parte del legno, che non consente al composto di raggiungere aree profonde.
I trattamenti antitarlo fai da te sono davvero economici?
Apparentemente, i trattamenti antitarlo fai da te sono senza dubbio economici. D’altronde, è sufficiente procurarsi dei prodotti facilmente reperibili, per provare a risolvere il problema.
Tuttavia, come abbiamo visto, i vari metodi elencati non ci assicurano l’eliminazione dei tarli presenti.
Gli unici effetti indiscussi che si otterranno da tali sistemi sono:
- la compromissione estetica dei mobili, se si utilizzano dei composti troppo aggressivi,
- l’evaporazione nel tempo di sostanze tossiche, se si utilizzano composti non idonei,
- il tempo ai i tarli di continuare a proliferare, perché non toccati minimamente da tali tentativi.
La diretta conseguenza sarà che i tarli proseguiranno indisturbati le loro azioni distruttive all’interno di mobili o soffitti in legno. Pertanto, si avrà comunque poi la necessità di rivolgersi a sistemi professionali.
Inoltre, spesso, tali sistemi risultano fallimentari anche perché è necessario conoscere bene il ciclo biologico del tarlo e le sue abitudini, al fine di poterlo affrontare al meglio.
L’ipotetico risparmio iniziale, quindi, viene a decadere, in quanto non veritiero e pericoloso, perché ha fatto perdere tempo preziosissimo.
Conclusioni
Il consiglio più sensato da dare è quello di tralasciare i metodi fai da te, che, come abbiamo visto, non sono risolutivi, ma comportano solo una spesa inutile in termini economici e di tempo. Per risolvere il problema definitivamente, è utile rivolgersi a professionisti del settore, che, conoscendo approfonditamente le abitudini dei tarli, il loro ciclo vitale, le normative e le reazioni dei manufatti lignei, possono suggerire il trattamento antitarlo più sicuro e risolutivo per eliminare i tarli in maniera idonea e senza compromettere i manufatti. Per ulteriori approfondimenti, consulta la guida per ottenere un trattamento antitarlo definitivo.
Se hai problemi di tarli, puoi contattarci per eliminarli definitivamente.